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Immagine del redattoreDaniel Tonetti

"Amleto", Prof. Roberto Trovato ( rivista Sipario)

AMLETO PRINCIPE DI DANIMARCA

di Shakespeare


Regia e adattamento di Carlo Orlando e Eva Cambiale

Interpreti e personaggi: Gaia Capelli (Amleto), Iacopo Ferro (Claudio), Gaia De Giorgi (Gertrude), Eva Cambiale (Polonio), Davide Gavini (Laerte), Irene Vignola (Ofelia), Elia Farinazzo (Orazio), Angelica Girello (Fantasma di ReAmleto/Prima attrice), Carlo Orlando (Fantasma), Eleonora   Oberto (Barnardo), Francesco Arecco (Francisco), Edoardo Canale (Marcello), Alessio Ardizzone, Francesco Arecco, Edoardo Canale, Nina Canfora, Lorenza El Ghadbane, Cristina Gandolfo, Alex Gentile, Eleonora Oberto (Comici, coro, soldati, messaggeri); 

coreografie: Claudia Monti; scena e costumi; Anna Varaldo, Laura Pontiggia, Lorenzo Rostagno;  assistente alla scenografia e ai costumi; Anita Gallo; trucco; Lorenzo Rostagno; luci: Michele Abrate; fonica: Milo Prunotto; coordinamento: Marcella Rembado.

Produzione La compagnia del Barone Rampante.

Patrocinio  e contributo del Comune di Borgio Verezzi e della Fondazione De Mari

Borgio Verezzi, Teatro Gassman, 8 e 12 agosto 2023

 

 

Lo spettacolo allestito con assoluta bravura al Teatro Gassman da una compagine affiatata formata da due  giovani professionisti, Eva Cambiale e Carlo Orlando, interpreti delle parti di Polonio e del fantasma del padre di Amleto (a cui dà voce Angelica Girello), da due giovani che hanno iniziato la carriera professionale Gaia Capelli e Iacopo Ferro, e da tredici allievi della scuola de Il barone rampante, importante realtà fondata nel 2005 da Marcella Rembado. Lo spettacolo è un evento collaterale della manifestazione che quest’anno è stata dedicata alla memoria di Enrico Rembado, storico  sindaco e ideatore cinquantasette anni fa del Festival di Borgio Verezzi. La pièce, della durata di due ore senza intervallo, si avvale liberamente della traduzione di Cesare Garboli. La scelta registica è stata quello di rinunciare al  plot politico. Di qui l’eliminazione  dall’originale, scritto forse tra il 1600 e l’estate del 1602, di alcuni personaggi: i cortigiani Voltimando, Cornelio, Rosencranz, Guildestern e Osrico, il principe di Norvegia Fortebraccio, Reginaldo, servo di Polonio, un prete, due clown come becchini, e pochi altri. Per contro sono state mantenute battute come “ fragilità il tuo nome è donna”, “C’è del marcio in Danimarca”, “Essere o non essere”, “ Chi è lui, per Ecuba”, “Chiuditi in un convento”, “Vedete laggiù quella nuvola che sembra  un cammello”.

   Il testo di Shakespeare trasforma il meccanismo della allora popolare tragedia di vendetta in una serrata indagine sulle motivazioni essenziali delle azioni umane attraverso una serie di vere e proprie inchieste condotte con metodi  tipici del romanzo poliziesco. E ancora l’autore fa diventare l’eroe della leggenda danese un personaggio tormentato e disgustato dall’iniquità del mondo. Tali aspetti interessano meno i due giovani registi.  A quanto puntualizzano in una nota di regia     avevano incominciato a lavorare al testo con i ragazzi del Barone nel 2020, vale a dire prima del Covid. A quanto aggiungono con orgoglio ora si sono trovati a lavorare con una “compagnia transgenerazionale” che si è proficuamente avvalsa del percorso di formazione condotto da Claudia Monti e della collaborazione di sei allievi del Liceo albenganese “Giordano Bruno”. Tutte le scene in cui il lavoro si articola sono state applaudite a più riprese in maniera convinta e calorosa. Una particolare menzione va fatta  al cromatismo dei colori dei costumi  e alle sequenze in cui la parola è stata sostituita da movimenti di grande intensità e forza visiva, eseguite su suggestive basi musicali contemporanee  ad esempio nel prologo e nella danza di Ofelia, e in altri momenti. Le scene cardine dell’Amleto shakesperiano sono state conservate: le varie apparizioni del fantasma del re ucciso prima alle sentinelle, poi ad Orazio e Marcello e infine ad Amleto; l’incontro/ scontro tra Amleto, sua madre e lo zio; i dialoghi  dapprima tra Polonio e il re e poi di Polonio con i figli Laerte e Ofella e quelli tra i due fratelli; la finta pazzia di Amleto; la lezione agli attori e la rievocazione del delitto compiuto da Claudio fatta dalla troupe appena arrivata ad Elsinore; l’assassinio di Polonio per mano di Amleto; la decisione di Amleto di differire l’uccisione di  Claudio quando lo  sorprende  in preghiera; la pazzia e successivamente la morte per annegamento di Ofelia; lo scontro mortale tra Laerte e Amleto; la morte finale di Gertrude e  Claudio.

  Lo spettacolo di grande originalità e intensità è basato sulla essenzialità e l’ eleganza delle scene e dei costumi  firmati dalla Varaldo, la Pontiggia e  Rostagno con un sapiente utilizzo del cromatismo e la forza visiva delle coreografie della Monti che rientrano appieno nel progetto formativo teso a far scoprire il lavoro fisico in alternativa, quando necessario, alla parola. Ogni sequenza di questo splendido spettacolo, oltre ad esaltare la bellezza del testo allestito, evidenzia che la compagnia di teatro ragazzi fondata da Marcella Rembado coniuga, come sottolineano i due giovani registi  “bellezza,  gioco e cultura”. Il confronto con uno dei capolavori del teatro  è una scommessa pienamente vinta per la professionalità  dei due registi, della coreografa, degli scenografi e costumisti, degli addetti alle luci e ai suoni e per l’entusiasmo e la bravura di tutti gli  interpreti. Ognuno di loro si rivela capace di avvicinarci alla bellezza del testo. Regia, autori di scene, costumi, coreografie e luci e attori confermano un aforisma di Italo Calvino “Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”.


Prof. Roberto Trovato ( rivista Sipario)


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